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venerdì, Settembre 22, 2023

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Lavica Gourmet Festival: buona la prima

Si è conclusa con un grande consenso da parte del pubblico la prima edizione di Lavica Gourmet Festival.
Da lunedì 29 a mercoledì 31 maggio, una decina di chef dell’alta ristorazione italiana si sono incontrati sull’Etna e hanno avuto l’occasione di conoscere insieme luoghi, eccellenze del territorio e produttori siciliani e riportare nei loro piatti esperienze e sensazioni vissute. L’evento, nato dalla sinergia tra l’azienda Barone di Villagrande Castello di San Marco Charming Hotel & Spa in collaborazione con les Collectionneurs – community di albergatori, ristoratori e viaggiatori che vanta come Brand President Alain Ducasse e di cui le due realtà sono membri – ha visto protagonisti 10 chef les Collectionneurs arrivati da tutta Italia e numerose eccellenze siciliane.

Un viaggio declinato in tre serate che ha seguito un percorso immaginario della lava che dalla montagna scende verso le coste e che ha saputo rivivere nei piatti rivisitati dagli chef. “Abbiamo voluto Lavica per condividere, mostrare e valorizzare l’eccellenza enogastronomica del territorio etneo – racconta Valerio Murabito, vicedirettore di Castello di San Marco – la riuscita del festival, però, è andata oltre. Infatti, al di là dell’enorme successo di pubblico che ci ha accompagnato in ognuna delle tre serate, si è sviluppato un racconto, prima di tutto, umano, fatto delle sinergie preziose che si sono create tra gli chef appartenenti alla community les Collectionneurs e gli artigiani del gusto che hanno animato la kermesse. Era proprio questo che cercavamo, una linfa capace di rinnovarsi e alimentare ogni futura edizione di Lavica; perché il nostro vulcano – la nostra Grande Madre – ha tanto da offrire.” “Una prima edizione di Lavica che ci ha sorpreso per la grande partecipazione ricevuta dal territorio – dichiara Stefano Pesce, Restaurant Network Manager Italia les Collectionneurs – dai produttori artigiani presenti alle serate a tema, alle associazioni e consorzi che hanno voluto essere partner e dare il loro contributo e il loro racconto della terra siciliana intorno all’Etna, ‘la montagna’. Parlo soprattutto – prosegue Pesce – dell’associazione Strada dei Vini dell’Etna e di APO del Consorzio Olio Dop Etna. Un grande riscontro è arrivato anche dai nostri chef che da tutta Italia hanno raggiunto la Sicilia per animare con i loro piatti i momenti di alta gastronomia di Lavica, e che ora rientrano a casa con il cuore pieno di energia positiva e con la consapevolezza di quanto valore culturale e umano ci sia in questa bellissima isola. Una prima edizione davvero vulcanica”.

“Contribuire ad incrementare il valore del nostro territorio, dei nostri prodotti, deve essere un imperativo – ha dichiarato Marco Nicolosi Asmundo produttore ed enologo di Barone di Villagrande – il confronto e la collaborazione con grandi interpreti agevola questo processo.

Lavica è stato un grande festival, grazie les Collectionneurs, grazie Stefano Pesce.”
La serata di apertura da Barone di Villagrande ha avuto come il tema “Il fuoco, la Terra, i Vegetali” un percorso che gli chef les Collectionneurs hanno saputo creare attraverso un ventaglio di gusti e sapori con i racconti food di:
Theodor Falser – del Johannesstube (1 stella Michelin) nelle Dolomiti, con la sua creazione “Tomahawk di vitello pietra lavica, affumicato con fieno Dolomitico, miso di orzo, carote nella cenere” abbinato ad un Etna Rosso Doc dell’azienda Mecori:
Caterina Ceraudo 
– chef patron del Ristorante Dattilo (1 stella rossa e stella verde Michelin) in Calabria, con il piatto “Lattuga arrosto e cedro al sale” con il Tifeo Bianco di Gambino; Matteo Carnaghi – di W Villadorata Country Restaurant a Noto, con una reinterpretazione di “Pasta e Patate affumicata, pecorino siciliano, basilico e pesto di pistacchio” accompagnato da Contrada Blandano Bianco 2018 di Terra Costantino;

Viviana Varese – chef patron del Ristorante VIVA (1 stella Michelin) di Milano, con il suo “Non togliere l’osso a Mario, codone di Manzo con Mayonaise alla senape, cipolla e neve all’aceto” con un Etna Rosso de La Gelsomina;
Francesco Gatto 
– Barone di Villagrande, con il piatto “Terre del Vulcano, cuore di confettura di more con mousse al cioccolato di modica e Humus crumble” con lo Sciara di Barone di Villagrande.

A rendere ancora più suggestiva l’esperienza di questa prima serata le degustazioni di alcuni prodotti tipici del nostro territorio: come “l’Arancino al Cavolo Trunzo” cavallo di battaglia dei 4 Archi Osteria con Pizza abbinato a Quinto Arco, l’olio extra vergine di Oliva di Nocellara dell’Etna di Oleificio Russo, la giovane realtà di Caffè Nina e le granite artigianali del maestro Franco Patanè. Una reinterpretazione della montagna suggestiva e intensa.

Mattinata libera per gli chef che martedì 30 maggio hanno potuto toccare con mano l’esperienza sull’Etna grazie al Tour del Treno dei Vini dell’Etna percorrendo le pendici del vulcano più alto d’Europa, a bordo della Ferrovia Circumetnea e passeggiando tra le vigne di Carricante e Nerello Mascalese delle aziende Palmento Costanzo, Cottanera La Gelsomina. “Partecipare a Lavica- ha commentato la presidente del Treno dei Vini Gina Russo – ci ha consentito di far conoscere in modo diverso il nostro magnifico territorio. Sul Treno dei vini dell’Etna, rinomati chef della prestigiosa associazione francese les Collectionneurs hanno potuto vivere l’esperienza unica del treno dei Vini”.

La sera, spazio al confronto e alla conoscenza delle realtà siciliane a Castello di San Marco con Lavica Expo. Gli chef, appesi per un giorno gli arnesi da cucina, hanno potuto passeggiare tra le varie isole espositive e conoscere da vicino storie, aneddoti, arti e antichi mestieri. Tante le proposte in degustazione che hanno saputo richiamare l’attenzione deipresenti: Paninetti con panelle dello chef padrone di casa Giuseppe Bonaccorso, Bruschette con pane di Francesco Arena, una selezione di miele dei Custodi dell’Ape nera, le confetture di Neromonte- 3330, Mortadelle artigianali di asino e di bufalo di Chiaramontano Salumificio, Spaghettoni del pastificio Barbagallo del Mastro Salatore Alfio Vissalli con salsa Patatrac, aglio, olio e peperoncino e muddi crunch, Arancinetti al vino rosso, di Barone di Villagrande, e ricotta preparati da Putia Lab.
A rendere ancora più suggestiva la serata alcuni presidi Slow Food come i masculini da magghia di Gaetano Urzì, la cuddrireddra di Delia di Gioacchino Alaimo, e la pasta reale di Tortorici di Isabella Catalano. Spazio anche ai dolci con Bottega Ciancio Dulcisia e alle eccellenze tutte da bere di Etna RoasterMessenionCugini CarusoRusso SicilianoTomarchio Bibite Raneri.
Una scoperta a tutto tondo di una Sicilia che sorprende.
Ultimo giorno del Festival dedicato alla città di Catania con visita da parte degli chef dei luoghi più suggestivi e il passaggio obbligatorio alla pescheria della città, luogo di sapori e profumi che richiamano il grande protagonista della serata conclusiva “Il Mare”.
Un filo conduttore che dalle vigne ci accompagna fino a Castello di San Marco per le interpretazioni di:
Sara Scarsella Matteo Compagnucci – Sintesi (1 Stella Michelin) ad Ariccia, con il piatto “Risotto al cedro fermentato, fave e gamberi rosa” da degustare con Settantadue un Etna Bianco 2020 della cantina Zumbo;
Cristina Bowerman – Glass Hostaria (1 Stella Michelin) a Roma, con il piatto “Orzotto cacio Juncu e pepi dal mondo, ricci di mare e fave” con Ciuriciuri un Etna Rosato 2020 di Zumbo; Accursio Craparo –Accursio Ristorante (1 Stella Michelin) a Modica, con il piatto “L’arancino si chiude a riccio” con Piano dei Daini Rosato 2022 di Cantine Russo;
Giuseppe Bonaccorso 
– Giardino di Pietra di Castello di San Marco con il piatto “Dal Mediterraneo all’Etna” da accompagnare a un Blanc Brut metodo classico di Terrazze dell’Etna;
Special guest Bianca Celano – Materia | Spazio Cucina di Catania, con la sua Ricciola in olio cottura all’Origano, Garum di Tonno, Beurre Blanc e lattuga alla brace accompagnato da un Salisire Contrada Martinella 2018 Etna bianco dop di Vivera.
Accanto a loro tanti altri grandi volti della gastronomia siciliana come Orazio Cordai con le crispelle alla ricotta e all’acciuga, Angelo De Natale e la sua focaccia all’orzo e ai cereali e Alfio Visalli con una focaccia croccante con un top di bottarga di tonno. A chiudere in dolcezza la Pasticceria Pasubio e il Signor Barbagallo con il suo tipico carrettino siciliano dei gelati, spumanti e vino di Strade del vino dell’Etna e birre artigianali del Birrificio dell’Etna. Spazio anche al confronto con Giuseppe Li Rosi, presidente di Simenza, l’associazione che da oltre cinque anni si occupa della tutela e valorizzazione della biodiversità siciliana e in particolare dei grani antichi.

Un evento che ha visto una grande partecipazione e che ha saputo coniugare eccellenze enogastronomiche e antichi mestieri grazie a Michele Patanè, artigiano della carta papiro “Papyrus Fiumefreddo” e ad Artesole che ha realizzato le superfici laviche ceramizzate, pietra emblema del Festival. Una sinergia di realtà come il Consorzio per la tutela dell’olioextravergine di Oliva Dop Monte Etna: Rappresentante dell’olio extravergine di oliva etneo e della sua valorizzazione che ha accompagnato il festival, l’Associazione Strada del Vino dell’Etna con tutte le aziende che hanno accompagnato i piatti degli chef e le aziende Murgo, Cantine Nicosia, Aìtala, Iuppa Serafica, che hanno animato i banchi d’assaggio, i sommelier della FISARTriskele20 Andrea Cavallaro che hanno accompagnato in musica questa prima edizione di Lavica Gourmet Festival e l’Istituto Alberghiero di Giarre per il supporto in cucina e sala da parte degli alunni nelle serate al Castello di San Marco.

Una prima edizione che ha saputo presentare una Sicilia ricca, diversa e con tanto da raccontare, e se è vero come si dice “Buona la prima” le premesse per una seconda edizione ci sono tutte.

LAVICA PARTECIPA ALLA RACCOLTA BENEFICA “IMPARA GIOCANDO”

Lavica Gourmet Festival sostiene l’Associazione “Il Faro – famiglie oltre la disabilità” e il progetto “Impara Giocando”. Lo scopo è quello di contribuire a migliorare le condizioni di vita dei bambini, dei ragazzi e delle loro famiglie, promuovendo e sostenendo la creazione di una struttura d’eccellenza eco-sostenibile per la loro riabilitazione e serenità.

LES COLLECTIONNEURS

‘Les Collectionneurs’, presieduta da Alain Ducasse, riunisce ristoratori, albergatori e viaggiatori accomunati dal gusto per il viaggio. La curiosità, l’essere esigenti e la generosità sono i valori condivisi su cui si fonda la community. Nel 2023, sono stati selezionati da les Collectionneurs 540 indirizzi di ristoratori e albergatori in Europa, in Italia sono ben 97 e ne fanno parte anche Castello di San Marco Charming Hotel & Spa e Barone di Villagrande, ideatori della prima edizione di Lavica Gourmet Festival. www.lescollectionneurs.com

CASTELLO DI SAN MARCO

Castello di San Marco è uno charming hotel sito a Calatabiano (Catania), a pochi passi dal mare, e che prende vita dalla dimora storica tardo secentesca (1689) del principe di Palagonia (Ignazio Sebastiano Gravina Cruyllas). Proprietaria del resort è la famiglia Murabito, che rilevò la struttura nel 1971, facendone quindi un albergo diffuso, capace di offrire una residenza ideale per visitare l’Etna, Taormina e tutta la Sicilia nordorientale. Alle pendici del vulcano attivo più alto d’Europa, lo charming hotel Castello di San Marco è composto da 29 camere ricavate da antichi casolari, un’ampia piscina con bar e grill – proprio accanto alla piscina sorge la Spa della struttura. Il mare e il lido privato della struttura sono solo a 60 metri di distanza. Giardino di Pietra è il ristorante fine dining che sorge all’interno dello charming hotel Castello di San Marco (Calatabiano, Catania). Giardino di Pietra, forte di una selezione delle materie prime migliori del territorio, interpreta in chiave gourmet la cucina siciliana. Executive chef di Giardino di Pietra è, fin dal 2005, Giuseppe Bonaccorso. La cantina di Giardino di Pietra, formata da più di 300 etichette (per una selezione maggiormente dedicata alla Sicilia, soprattutto etnea), è pensata per raccontare al meglio i terroir straordinari e molteplici dell’Etna.

BARONE DI VILLAGRANDE L’azienda vitivinicola Barone di Villagrande coltiva la vigna a Milo dal 1727. La storia della famiglia Nicolosi Asmundo è unita a quella della contrada Villagrande da sempre. A inizio XVIII secolo fu il vescovo di Catania ad affidare ai Nicolosi Asmundo il compito di trasformare le impervie terre dell’Etna da “un luogo orrido e incolto a un delizioso giardino”. L’imperatore Carlo VI d’Asburgo, Re di Napoli, conferisce a Don Carmelo Nicolosi il titolo di Barone di Villagrande. Passano le generazioni, e nel 1869 Paolo Nicolosi crea la nuova cantina di vinificazione e affinamento, dove si realizza la prima vinificazione separata per le uve bianche e per le rosse. Nel 1968 quando viene riconosciuta la D.O.C. Etna, la prima Denominazione di Origine Controllata in Sicilia, il disciplinare fu scritto da Carlo Nicolosi Asmundo, docente universitario di enologia e tecniche alimentari all’Università di Catania. Oggi è Marco Nicolosi Asmundo, enologo 40enne e proprietario della tenuta, a portare avanti il lavoro delle generazioni precedenti, arricchendolo di una visione contemporanea grazie ai suoi studi e alle sue conoscenze tecniche e scientifiche. Barone di Villagrande è a Milo, sul versante est dell’Etna, a quota 700 metri di altezza e guarda verso Taormina e il Mar Jonio. La superficie vitata è di circa 27 ettari – con uve Carricante, Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Malvasia di Lipari sull’Isola di Salina – mentre la tenuta si estende per oltre 40 ettari in cui dimorano boschi di querce e di castagni,all’interno del Parco Regionale dell’Etna. L’azienda ha anche un Wine resort all’interno della storica dimora di famiglia risalente al 1700. Quattro le stanze affacciate sulla piscina a sfioro che guarda a sua volta i vigneti e il mare. All’interno della struttura, una proposta gourmet totalmente dedicata ai giusti abbinamenti con i vini della tenuta grazie a una cucina territoriale e stagionale studiata dal resident chef di Villagrande.

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