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Assovini Sicilia vola a New York per presentare i vitigni autoctoni alla stampa americana

Unicità e specificità dei vitigni autoctoni sono i temi che guideranno due degustazioni a New York, rivolte alla stampa americana. Dai vini dell’estremo ponente siciliano all’Etna, dal Passito di Pantelleria alle varietà autoctone (come Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Perricone e Carricante). I due eventi avranno una formula “ibrida”, in persona e in collegamento digitale. Sono stati organizzati da Assovini in partnership con Colangelo & Partners, l’agenzia di pubbliche relazioni che lavora con brand premium del Food&Wine, con sede a New York e San Francisco.

Undici le aziende che partecipano. Sono Baglio di Pianetto, Di Giovanna, Donnafugata, Fazio, Gorghi Tondi, Mandrarossa, Planeta, Tasca d’Almerita, Tenuta Santo Spirito, Terra Costantino, Valle dell’Acate. Ognuna di esse, presenterà vini siciliani ed etichette che esprimono la complessa varietà dei vitigni autoctoni. “Negli ultimi 20 anni, la Sicilia ha dimostrato di essere una delle regioni viticole più dinamiche d’Italia, grazie alla dedizione e all’impegno dei viticoltori siciliani” – ha detto Laurent Bernard de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia. “La nostra missione – continua – è continuare a far conoscere il mondo del vino siciliano e le sue caratteristiche distintive, promuovere la viticoltura di qualità come espressione di un mosaico di territori, ciascuno legato ad aspetti e caratteristiche diverse”.

Le due degustazioni rivolte alla stampa americana, promosse con il tema “Unveiling indigenous Sicilian varietals”, si terranno nel ristorante italiano di Manhattan “Il Gattopardo”, e rientrano nell’azione OCM Promozione USA 2021. “La Sicilia, isola al centro del Mediterraneo, è un continente vitivinicolo dalle straordinarie potenzialità e con un’immensa ricchezza di biodiversità”, commenta Josè Rallo. “Siamo in una nuova fase, con consumi che abbracciano diversi momenti della giornata – sottolinea Lilly Fazio, vice-presidente di Assovini Sicilia e amministratore unico di Casa Vinicola Fazio -. Noi possiamo intercettare questa domanda perché i nostri vini vivono la contemporaneità di un consumo sempre più evoluto che premia l’autenticità, ma anche la freschezza del frutto e la piacevolezza dei profumi dei nostri vitigni autoctoni”.

La wine list delle degustazioni, condotta e guidata dalla sommelier Jenni Guizio, comprende 20 etichette di vini come Frappato, Perricone rosè, Etna bianco, Catarratto, Zibibbo. C’è anche la Sicilia del Sud est con l’azienda Tenuta Santo Spirito di Vincenzo Gazzotti, che presenterà al pubblico americano il Cerasuolo di Vittoria “puntando sul terroir, la tradizione, la tipicità, come strumento per conoscere i vini siciliani nel mondo“. “L’aspetto su cui lavoriamo da diversi anni è la “viticoltura del mare”, caratterizzata dalla vicinanza dei nostri vigneti al Mar Mediterraneo e dalle sue influenze””- commentano Annamaria e Clara Sala, di Gorghi Tondi mentre per Gunther Di Giovanna, dell’omonima azienda di Sambuca di Sicilia, “ci sono molte antiche varietà autoctone siciliane ancora da scoprire che rappresentano la vasta diversità della Sicilia“.

Denominazione, territorio e varietà, sono i tre elementi attraverso i quali Tasca d’Almerita vuole raccontare oltreoceano la Sicilia: “I vitigni autoctoni sono nati e adattati alle condizioni ambientali e climatiche della Sicilia – commenta Alberto Tasca -. Condizioni ambientali che nei secoli si sono modificate e inasprite con intensità estreme come quelle che si stanno vivendo oggi. Per questo, le varietà autoctone sono più resilienti e adatte alla viticoltura sostenibile del futuro, perché intimamente legate al territorio”.

A rappresentare l’Etna sarà l’azienda Terra Costantino, che sottolinea come “la ricchezza del territorio etneo e delle sue contrade fanno sì che la nostra identità come produttori si fondi inevitabilmente sulla sartorialità”. Per Francesco Tiralongo, amministratore delegato di Baglio di Pianetto, “La sfida dei vitigni autoctoni biologici meno conosciuti è iniziata diversi anni fa e passa attraverso la ricerca ed il rispetto per il territorio. Valorizzare i vitigni autoctoni significa preservare l’eccellenza di un territorio vario e complesso come la Sicilia e rappresentarne la variopinta anima”.

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