Il “gonfiore di stomaco” è una sensazione di pesantezza che interessa tutta la fascia addominale che parte dalla regione diaframmatica e si manifesta con prominenza nella regione della pancia e del basso ventre durante le ore postprandiali. Ecco cosa fare e come comportarsi per dire addio al gonfiore di stomaco, secondo la nutrizionista Mimma Capitummino (di cui potete leggere altri consigli qui)
I consigli di Mimma Capitummino per combattere il Gonfiore di Stomaco
La sensazione del gonfiore di stomaco è determinata spesso dall’eccessiva produzione di gas che avviene nell’intestino. Di norma l’intestino tende ad accumulare una quantità di gas intorno ai 100ml che possono essere miscele di azoto, ossigeno, metano. Quando questa quantità tende a superare i valori fisiologici si ha la classica tensione addominale e il “dolore di pancia”. Alcune persone possono avere rari episodi, come nel caso di certe donne in sindrome premestruale o dopo un pasto eccessivo; altre possono manifestarlo con frequenza quotidiana: sia iniziando al mattino come tensione addominale, sia acuendosi nell’arco della giornata in base a ciò che si è mangiato durante i pasti.
La Dispepsìa
Il gonfiore di stomaco è un disturbo che viene caratterizzato principalmente da dispepsìa, ossia (da dis- pepsis) digestione difficoltosa, spesso accompagnata da meteorismo e sensazione di tensione muscolare. Questo può manifestarsi in diversi modi, seppur spesso determinata dall’eccessiva produzione di gas sia a livello dello stomaco sia dell’intestino; può avere una causa patologica con gastrite, ernia iatale, iper- o ipo-produzione di acido Cloridrico, sintomatologie con una diagnosi da consulto medico e indagini cliniche dalle quali poi si segue una terapia farmacologica coadiuvata da un’alimentazione accurata.
La dispepsia può anche essere di natura funzionale, che esula da cause patologiche perché l’organismo è sano, infatti non vi sono evidenze cliniche di malfunzionamento. Per cui una delle principali cause di quest’altra tipologia di dispepsia è la cattiva digestione che inizia già dalla bocca: il consumo veloce del pasto inteso sia in termini di tempo impiegato per mangiare con una masticazione veloce, sia in termini di tempo riservato solo al consumo del pasto ne sono preambolo. Motivo per cui è meglio dedicare dieci- quindici minuti al consumo del pasto perché nella bocca esistono degli enzimi digestivi che iniziano il processo coadiuvati dalla saliva e mangiare lentamente evita di ingurgitare gas che il corpo non potrà espellere. Il conseguente accumulo di gas ristagna nell’intestino che, anziché essere espulso anche con la traspirazione perché attraverso il riassorbimento intestinale tramite la mucosa i gas ritornano nel circolo sanguigno e poi espulsi con la traspirazione o eruttazione. Quando viene meno quest’allontanamento dei gas, si manifesta la tensione addominale.
Consigli sugli alimenti
Nel caso in cui si percepisca il fastidio del gonfiore di stomaco addominale è necessario eliminare gli alimenti individuati come responsabili dell’effetto per un lungo periodo, perché gli alimenti che causano gonfiore sono molti e spesso in sinergia fra loro possono peggiorare i sintomi; per cui l’astensione dev’essere totale.
La sensazione della “pancia gonfia” si può distinguere tra “fastidio” nella regione soprastante l’ombelico o nella sottostante e quindi, la sensazione può essere maggiormente localizzata nella regione gastrica o in quella intestinale nel basso ventre.
Le cause patologiche nell’intestino
Nell’intestino possono esserci cause patologiche che devono essere ricercate clinicamente dallo specialista, come: colon irritabile, colon permeabile, intolleranza al lattosio, celiachia conclamata (e non un’intolleranza al glutine). Attenzione che la celiachia è un’allergia al glutine (che è una pt) per cui si deve eliminare totalmente l’alimento perché non esiste una terapia farmacologica, e con la sua assenza l’intestino può lavorare bene e riprendersi. Può anche accadere che la sensazione di mancato benessere che si prova dopo aver allontanato l’alimento sia determinata dalla presenza di altri zuccheri nei cereali come orzo e farro, quali sono i fruttani (che sono dei carboidrati). E’ molto importante, quindi, seguire una dieta che sia corretta e bilanciata; cambiare lo stile di vita: non essere sedentari e fare esercizio fisico; limitare, ma ancor meglio, evitare il fumo, l’alcol e bevande gasate e, oltre a bilanciare anche l’introduzione di liquidi perché, a volte, anche la ritenzione idrica può essere correlata a problemi legati al colon; cercare di individuare gli alimenti che creano fastidio e disturbo così da poter eliminare l’alimento per un periodo di ventotto giorni circa in modo da poter permettere la detossificazione dell’organismo; e , soprattutto, farsi seguire da un professionista.
Nella donna, inoltre, il gonfiore addominale può essere determinato anche da cambiamento ormonale dovuto al ciclo mestruale e, più avanti negli anni, con i mutamenti della menopausa.
Nel caso in cui il problema del gonfiore addominale si accompagna con un aumento di peso, è necessario seguire diete iperproteiche; la base del problema del colon è la disbiosi intestinale: i fermenti lattici presenti nell’intestino non lavorano correttamente e tendono a produrre più gas nocivi (come il metano) determinando una sintomatologia negativa. I fermenti lattici si nutrono di fibre e di zuccheri, per cui eliminando del tutto i carboidrati e seguendo una dieta iperproteica per voler perdere peso, non si alimenta la flora intestinale, si perde un po’ di peso e la pancia resta dilatata e dolente perché la flora non ha nulla da processare. E’ quindi necessario bilanciare tutti i nutrienti. Riguardo ai carboidrati è necessario prediligere i cereali integrali, dal momento che la fibra è fondamentale. Così, piuttosto che una pasta raffinata è meglio scegliere cereali senza glutine, meglio riso o mais. Vi sono in commercio prodotti “agglutinati”, ossia che hanno eliminato il glutine, per cui in una dieta senza glutine possono essere consigliati anche se non devono essere la prima scelta perché i “prodotti aglutinati” hanno subito una lavorazione in cui è stato sottratto il glutine, quindi hanno subito una modificazione. Dunque, in uno stomaco e in un intestino che non lavorano già bene, introdurre un prodotto che non è per sua natura senza glutine potrebbe ulteriormente aggravare la condizione. Gli unici di uso comune che per natura sono senza glutine sono riso e mais.
Eliminare il lattosio
È necessario anche eliminare il lattosio responsabile della generazione della fermentazione intestinale. E’ errato il consumo del cappuccino perché la caffeina assieme al lattosio crea un composto detto “infermentescibile”, quindi non può essere digerito dalla flora intestinale, creando fermentazione e gonfiore. È consigliabile, piuttosto, il consumo di un cappuccino vegetale che prevede l’impiego di latte vegetale e caffè, o un cappuccino d’orzo in cui vi è il latte e l’orzo, per cui si è eliminato il caffè separando comunque le due componenti.
Si devono anche eliminare le solanacee: pomodoro, peperoni, melanzane e patate che contengono una sostanza irritante che tende ad aumentare l’acidità gastrica, per cui se si ha già una gastrite latente viene disturbata la parte alta della digestione, oltre a indurre fermentazione perché i fermenti lattici sono propensi alla fermentazione producendo più gas. Inoltre la patata contiene amido per cui è da considerare come sostitutivo alla pasta e non come contorno. Infatti, mangiando un amido insieme alla proteina della carne o del pesce si crea competizione nell’assorbimento dei nutrienti ed è difficoltoso digerire.
È necessario seguire una dieta sana che prevede il consumo delle fibre, importanti per la sopravvivenza dei batteri, anche se non sono essenziali come gli acidi grassi, glucosio e amminoacidi. Così, chi soffre del colon irritabile (IBS) deve consumarne 15g circa, chi ha un colon in salute 35g ; peso non inteso come contenuto dell’alimento (es. finocchio) ma della fibra presente perché nella verdura sono anche presenti vitamine, minerali e acqua.
Come comportarsi durante i pasti
Durante il consumo dei pasti è necessario far attenzione alla quantità e ai tempi corretti d’assunzione di frutta e verdura. Verdure a foglia larga come lattuga o scarola hanno una struttura di fibre che crea un affaticamento soprattutto a livello gastrico; così, essendo difficile da digerire, lo stomaco crea una chiusura (uno spasmo) che si avverte col mal di pancia e questa chiusura non rende possibile la normale peristalsi gastrica che permette l’avanzamento del chimo che resta statico nello stomaco causandone dolore. Così, è bene evitare l’insalata come contorno e scegliere la verdura cotta da accompagnare a un secondo piatto.
Errore da evitare è la frutta a fine pasto perché lo stomaco è già riempito del pasto appena ingerito, la frutta che arriva per ultima non riesce a procedere e inizia a produrre un’eccessiva quantità di zucchero che poi verrà usata dal fermento lattico per produrre gas quale anidride carbonica e metano nell’ambiente umido e buio creando le condizioni ideali per la fermentazione. L’unica frutta da consumare subito dopo un pasto è l’ananas freso che contiene la sostanza “bromelina”, un enzima digestivo. Il frutto dev’essere fresco perché l’enzima è una proteina che come tale tende a denaturarsi perché è luce- e termo-sensibile e, se si consumasse quella in barattolo andrebbe persa perché è stata soggetta a processo di lavorazione che l’ha alterata.
I lieviti non si trovano solo nel pane e nei panificati, ma anche in vino e birra. È necessario evitare il pane durante il pasto nei periodi di “pancia gonfia” ed di bere vino e/o birra. Ovviamente il vino è meno peggio della birra, quindi se proprio non si può farne a meno, meglio il vino della birra dal momento che il vino deriva da un frutto e la birra da un cereale.
Comunque, dal momento che chi lamenta gonfiore addominale soffre anche della sindrome del colon irritabile o di dispepsia funzionale, il rimedio per ridurre la sensazione della pancia gonfia è rivedere la dieta attenzionando i FODMAP presenti in tutti gli alimenti. Per evitare di incorrere in gravi squilibri di apporto dei nutrienti (carboidrati, proteine, grassi, minerali e vitamine), è consigliabile rivolgersi allo specialista e comunque consumare alimenti che hanno un basso contenuto FODMAP, quali:
- Frutta come: arance, fragole e frutti di bosco, banane, ananas e avocado;
- Verdure come: radicchio, carote, zucchine, verza, barbabietole, spinaci e rape;
- Carni non processate e uova;
- Latte e derivati a ridotto contenuto di lattosio e formaggi stagionati (come il parmigiano);
- Pesce;
- Patate
Per ciò che concerne le bibite, è meglio ridurre il consumo delle bevande gassate soprattutto quelle ricche di zuccheri.
Conclusioni
Inoltre, in caso di stitichezza è meglio non assumere fonti di fibre ricche di FODMAP per migliorare il transito intestinale.
Infine, vi sono dei rimedi naturali contro il gonfiore addominale che prevedono l’impiego di zenzero, semi di finocchio con estratti di alcune erbe quali Melissa officinalis, Menta Piperita e Fumaria.
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