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venerdì, Giugno 2, 2023
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Le diverse sfumature del Grillo, vino che racconta più anime in Sicilia

Con il press tour Discovery Grillo il Consorzio Vini Doc Sicilia presenta le potenzialità e le caratteristiche del Grillo, uno degli autoctoni bianchi siciliani più conosciuti e interessanti del momento. Cresce quantitativamente e qualitativamente. “La sua produzione, afferma il presidente Consorzio Antonio Rallo, nel 2021 è stata di 21.126.895 milioni di bottiglie di Grillo Sicilia Doc +26 % rispetto ai 16.707.274 del 2020. E’ un vitigno versatile e può assumere diverse interpretazioni nel bicchiere: secco e strutturato, dolce da vendemmia tardiva, spumante. Davanti alla sua capacità espressiva, che cambia di zona in zona, viene da chiedersi quale sia la sua vera natura. Esiste una zona maggiormente vocata? Probabilmente sì. Ma una masterclass condotta magistralmente dall’enologa Lorenza Scianna, dimostra come, sebbene con espressioni diverse, il Grillo regala in ogni aerea dell’isola una versione di sé riconducibile alle sue caratteristiche varietali e, come conviene a un fenotipo nato e cresciuto in Sicilia, è in grado di creare in ogni contesto un’interessante sinergia. E allora che il Grillo salti pure da Est ad Ovest e da Nord a Sud: sarà sempre diverso perché diversa è la terra che lo culla e la mano che lo coltiva, diversa è la zona che lo adotta. E questa è ricchezza da narrare.

I 6 Grillo degustati in masterlass:

Areale di Palermo:

Giallo paglierino, profumi di frutta a polpa bianca e pesca tabacchiera, nespole, fiori gialli. Al sorso fresco con una bella acidità. Non molto Lungo

Areale di Caltanissetta:

Naso fine e delicato, elegante, profumi di pesca bianca, mango, erbe aromatiche, salvia, cagara. Al palato il sorso è fresco, agile con sentori di frutta tropicale e agrumi. Bella acidità e lunghezza.

Areale di Ragusa:

Giallo paglierino carico. Naso intenso floreale, fiori gialli, zagara, gelsomino, banana, albicocca matura, spezie, noce moscata, muschio. Al palato morbido, avvolgente, succoso, sapido.

Areale di Siracusa:

Giallo paglierino, note di zucchero filato, banana, pesca matura, cachi, menta e rosmarino, Sorso citrico, secco, un po’ astringente.

Areale di Agrigento:

Giallo paglierino con riflessi verdolini, al naso, fine ed elegante, note di fiori di campo, alloro, pera fresca, cedro. Sorso fresco, sapido, ben bilanciato, morbido.

Areale trapanese:

Giallo paglierino, al naso note vegetali di piselli e asparago, foglia di pomodoro, agrumi, lime, frutta tropicale, scorza d’arancia candita. Sapido, pieno, finale lungo.

Ed ecco così il viaggio di Sicilia sulla scia del Grillo, così diverso, così sfuggente da incasellare, così piacevole nelle sue diverse sfumature. Dagli studi sul genoma del Grillo risulta che questo è un incrocio tra Catarratto bianco e Zibibbo o Moscato di Alessandria (Di Vecchi Staraz et al., 2007, De Lorenzis et al., in litteris) e la sua identità con la varietà Rossese bianco coltivata in Liguria (Torello Mariani et al., 2009).

SiciliaDoc 21 1 credits @ConsorzioDocSicilia - Be Sicily Mag

Origini

Il Grillo è una varietà tradizionale della Sicilia nata alla fine dell’ottocento dall’incrocio di Catarratto e Zibibbo. La prima citazione sembra risalire al 1873 (A. Alagna-Spanò) e successivamente in una relazione tenuta da Abele Damiani nel 1885 sulla viticoltura dell’area di Trapani. Il Damiani però dichiara che l’elenco delle varietà che riporta gli è stato fornito dal Barone Antonio Mendola e pertanto appare strano come questo vitigno non sia presente nella collezione del noto ampelografo, né nell’elenco delle varietà siciliane preparato, nel 1884, dallo stesso Autore.

Il vitigno non è citato tra quelli coltivati in provincia di Trapani (1886), è assente nella Monografia Sul miglior modo di coltivare la vite in Italia di Giuseppe Frojo (1871) che elenca 35 vitigni coltivati in Sicilia, né viene citato fra quelli utilizzati per la produzione del marsala (1890). Cerletti (1892), in un rapporto sulla produzione del marsala, non riporta il Grillo tra le uve acquistate di preferenza dagli industriali del marsala, mentre il vitigno è citato in un incontro tenutosi a Conegliano Veneto nello stesso anno, sul vino marsala. Il Mondini (1893), nella relazione sulla viticoltura in Sicilia, riporta per la produzione dei vini marsala solo due vitigni, il Catarratto, oggi Lucido, e l’Inzolia.

È comunque certo che dalla fine del XIX secolo, con i reimpianti post fillosserici il vitigno assume una sempre più significativa presenza ed importanza nella viticoltura siciliana e in particolare nella provincia di Trapani.

Il Paulsen (1909) studia il comportamento del Grillo innestato su diversi portinnesti, lo considera una varietà di pregio ed importante per il territorio di Marsala e riferisce che è coltivato in provincia di Trapani e di Messina. Il Murania (1911) lo cita trale varietà coltivate nell’agro di Castelvetrano. Nel rapporto del Ministero (1923), su “Notizie e Studi sui vini Italiani”, la varietà viene riportata per le province di Trapani e di Girgenti.

Caratteristiche al bicchiere

In generale, il vino presenta un colore giallo intenso con riflessi verdolini, all’olfatto è di elevata intensità aromatica, da cui emergono le note tipiche di agrumi, come il pompelmo, accompagnate da quelle vegetali speziate e di fiori bianchi. A queste si possono anche aggiungere note di frutto della passione; al gusto risulta ricco di elevata struttura ed ha un buon equilibrio tra la sensazione alcolica e quella acida; inoltre sovente risulta particolarmente sapido. La persistenza aromatica è elevata.

Vigneto Sicilia

Con la sua variabilità di territori e microclimi la Sicilia non può che essere il palcoscenico di grandi uve capaci di esprimere ogni più sottile sfumatura.

Con oltre 25 mila chilometri quadrati è l’isola più grande del Mediterraneo. La sua posizione centrale nel Mare Nostrum l’ha resa particolarmente ambita in passato, quando qui si concentravano le maggiori tratte commerciali. La Sicilia rappresenti, con 97.937 ettari (dato al 31 luglio 2020, fonte Mipaaf), il primo territorio vitivinicolo italiano per superficie vitata.

Terra bagnata da tre mari, Mar Tirreno a nord, Canale di Sicilia a sud e a est, nel lato corto, dal Mar lonio, ed estremamente diversificata sia nella sua geografia che nei suoli.

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