giovedì | 24 Ottobre | 2024
Zaira Conigliaro
Zaira Conigliaro
Ha 20 anni e studia Scienze della comunicazione con indirizzo Cultura Visuale, ha un debole per l’arte, la moda e il cinema. Da marzo scrive con passione per Be Sicily Mag, sognando una carriera nel giornalismo. Determinata e creativa, cerca costantemente di migliorare le sue abilità, trasmettendo emozioni attraverso le sue parole.

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Fabiana Scafiddi Lallaro racconta la vitiligine: “Sono leopardata ma ho imparato ad accettarmi”

Fabiana Scafiddi Lallaro, in occasione della Giornata Mondiale della Vitiligine, condivide la sua esperienza personale con la malattia, sensibilizzando sull'importanza dell'inclusione e dell'accettazione di sé

Zaira Conigliaro
Zaira Conigliaro
Ha 20 anni e studia Scienze della comunicazione con indirizzo Cultura Visuale, ha un debole per l’arte, la moda e il cinema. Da marzo scrive con passione per Be Sicily Mag, sognando una carriera nel giornalismo. Determinata e creativa, cerca costantemente di migliorare le sue abilità, trasmettendo emozioni attraverso le sue parole.

La vitiligine è una malattia autoimmune caratterizzata dalla perdita di pigmentazione della pelle, che si manifesta con la comparsa di macchie bianche su diverse parti del corpo. Nonostante non sia contagiosa né pericolosa per la salute fisica, può avere un impatto significativo sulla qualità della vita e sull’autostima delle persone colpite, a causa dello stigma sociale e della mancanza di consapevolezza diffusa. In occasione della Giornata Mondiale della Vitiligine, Fabiana Scafiddi Lallaro, avvocato di Brolo che su Instagram racconta la sua quotidianità, mostrandosi senza il timore di essere giudicata per la sua pelle, ha condiviso la propria esperienza personale a BE Sicily Mag, offrendo un’importante testimonianza di resilienza e accettazione.

Fabiana Scaffidi Lallaro e la diagnosi di vitiligine

Fabiana Scaffidi Lallaro ha scoperto di avere la vitiligine intorno ai 14 anni, in modo del tutto casuale. Durante un appuntamento in un centro estetico, mentre si sottoponeva all’epilazione sopralabiale, l’estetista notò una piccola macchia intorno alle bocca e, pensando fosse un fungo, le suggerì di consultare un dermatologo. È così che è arrivata la diagnosi. “Sono rimasta spiazzata, perché il medico mi disse subito che non si conoscono molto bene le cause e che purtroppo non c’erano cure specifiche”, ha ricordato.

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Dopo la diagnosi, Fabiana ha iniziato a informarsi sulla vitiligine. “Ho scoperto che si pensa che nasca per predisposizione genetica o dopo forti traumi. Ho indagato e ho scoperto che nella mia famiglia c’era una cugina lontana che ne soffre, ma non solo. Riflettendoci, penso che la causa scatenante fu un trauma che vissi quando ero molto piccola, che manifestò poi a 14 anni. Ma su tutto ciò non c’è certezza. Gli studi condotti finora hanno semplicemente portato alla conclusione che la vitiligine è un malfunzionamento del sistema immunitario, come quelli che provocano la psoriasi o la dermatite“.

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Nel tentativo di gestire la vitiligine, Fabiana ha iniziato a seguire diverse terapie, utilizzando creme e lampade per cercare di bloccare la comparsa di nuove macchie. Nonostante ciò, queste cure si rivelarono palliative e, nel suo caso, le macchie continuarono ad aumentare. “Io, essendo di carnagione molto chiara, non me ne accorgevo durante l’inverno, perché il colore delle zone schiarite era molto simile al mio. Durante l’estate, appena iniziavo ad essere un po’ più abbronzata, però, diventavano più evidenti”.

La vitiligine, i pregiudizi e l’impatto sulla vita quotidiana

Fabiana Scaffidi Lallaro ha ammesso che l’impatto con la vitiligine è stato abbastanza traumatico, specialmente nel primo anno. Le macchie erano poche e piccole, ma col tempo diventavano sempre più evidenti. “Intorno ai 15 anni ero effettivamente macchiata e tutti cominciarono ad accorgersene. I miei coetanei, ma anche gli adulti, mi guardavano male e spesso mi chiedevano se fossi contagiosa. Evitavano di toccarmi e di salutarmi con il classico bacio sulla guancia. Il giudizio delle persone mi ha molto ferita. Mi è capitato più volte di essere insultata. Mi dicevano: ‘Ah che schifo sei macchietta‘, ‘Ma ti sei lavata nella candeggina?‘, ‘Che hai fatto, ti sei bruciata le mani?‘. Che fosse una semplice battuta o un vero e proprio insulto, risultava comunque fastidioso. Soprattutto quando a farlo erano persone adulte che mi trattavano come se fosse una malattia che potesse portare alla morte”.

A proposito dell’impatto che la malattia ha avuto sulla sua autostima, Fabiana confessa che inizialmente si vergognava profondamente. Al mare, ad esempio, utilizzava fondotinta resistenti all’acqua per coprire le macchie ed evitava di fare il bagno per paura che il trucco si togliesse. “Non è stato un periodo bello”. Adesso, però, la situazione è cambiata. “Ho finalmente accettato il mio corpo. La vitiligine è ormai una parte fondamentale di me, una mia caratteristica distintiva”. Lo dimostra anche la sua bio di Instagram, dove si presenta così: “Ho la vitiligine e sono leopardata”.

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Parlando con i giovani che scoprono la vitiligine 

La percezione della società nei confronti della vitiligine è cambiata col tempo. “Negli ultimi anni c’è molta più sensibilizzazione, se ne parla molto di più. Ad esempio, anche per promuovere le creme solari spesso vengono scelte delle modelle o dei modelli con la vitiligine in modo da fare inclusione, ma soprattutto per promuovere prodotti che facciano bene anche alla nostra pelle. Prima, invece, non se ne parlava in nessun modo. Non c’erano né associazioni di riferimento né campagne informative”.

La strada tuttavia è ancora lunga ed è per questo motivo che Fabiana Scaffidi Lallaro ha un messaggio importante per la sé quattordicenne e per chi, come lei, ha appena ricevuto la diagnosi. “È più semplice dire oggi di accettarsi perché, grazie ai social, proviamo tutti i giorni a destrutturare i canoni di bellezza e soprattutto cerchiamo di allontanarci da quello che è convenzionale, per accettare ogni diversità. È importante cercare di accettarci proprio perché siamo uniche. Io inizialmente non ci credevo perché mi sentivo sola, ma oggi con il senno di poi mi sono resa conto che non è per nulla così”.

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La testimonianza di Fabiana è un potente promemoria di come la vitiligine influisca profondamente anche sugli aspetti psicologici e sociali della vita di una persona. Le sue parole ci invitano a riflettere sull’importanza dell’accettazione e dell’inclusione, promuovendo una società più empatica e consapevole. Anche sui social network.

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