sabato | 26 Ottobre | 2024
Giulia Fici
Giulia Fici
Studentessa in Scienze della Comunicazione a Unipa, scrive per BeSicily da marzo 2023. Specializzata nel settore degli eventi, moda, cinema e serie tv girate in Sicilia. Ama viaggiare, leggere e scrivere.

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Sbarco degli alleati in Sicilia, l’anniversario dell’operazione Husky che segnò la Seconda Guerra Mondiale

Accadde oggi: il 10 luglio 1943 le forze militari angloamericane sbarcarono in Sicilia. Una pagina di storia indimenticabile per ricordare l'operazione che liberò l'Italia dal fascismo e determinò l'inizio della fine della Seconda Guerra Mondiale

Giulia Fici
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Studentessa in Scienze della Comunicazione a Unipa, scrive per BeSicily da marzo 2023. Specializzata nel settore degli eventi, moda, cinema e serie tv girate in Sicilia. Ama viaggiare, leggere e scrivere.

Il 10 luglio si celebra l’anniversario dello sbarco degli alleati in Sicilia. È nelle prime ore del mattino di questa giornata che, nel 1943, ebbe inizio la cosiddetta operazione Husky. Si trattò di una campagna militare fondamentale, nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, per determinare le sorti del Bel Paese, che in quel momento versava in condizioni disastrose dovute al regime fascista e al conflitto in atto, tra distruzione e miseria.

Cos’è l’operazione Husky e perché lo sbarco degli alleati in Sicilia segnò la storia

L’obiettivo dello sbarco degli alleati in Sicilia, che coinvolse 160.000 uomini tra inglesi e americani, era quello di aprire un fronte nell’Europa continentale, invadendo il Regno d’Italia e sconfiggendolo per mettere fine alla Seconda Guerra Mondiale. È proprio partendo dalla zona sud-orientale, nei pressi di Gela, che si diede inizio alla campagna d’Italia, per risalire la Penisola e conquistarla interamente. A prendervi parte furono la 7° armata statunitense del generale Patton e l’8° armata inglese del generale Montgomery. Una si avviò verso Palermo, mentre l’altra verso Messina, in modo da compiere un’azione a tenaglia. Il comando di entrambe era affidato al generale britannico Harold Alexander.

Gli alleati sbarcarono in Sicilia con oltre 2.500 aerei e più di 3.000 navi. A questi si aggiungevano oltre 600 carri armati, 14.000 veicoli e 2.000 tra pezzi di artiglieria e cannoni. L’impiego di così tante forze armate è secondo solo allo sbarco in Normandia, che avvenne l’anno dopo, nel 1944. In circa dieci giorni i soldati riuscirono a conquistare l’Isola, a fronte di una resistenza ben poco organizzata e dell’aiuto della popolazione locale, stanca del regime. Palermo fu conquistata il 22 luglio definitivamente, mentre Messina il mese seguente.

Il 25 luglio 1943, soltanto pochi giorni dopo, il Gran Consiglio del fascismo voltò le spalle a Benito Mussolini, sfiduciandolo e determinando così la sua caduta. L’8 settembre si firmò l’armistizio di Cassibile (dal nome dell’omonimo Comune nel siracusano dove fu firmato) che, segnò l’accordo tra Italia e Stati Uniti per la resa incondizionata del Regno agli alleati. Ciò contribuì a determinare la fine della guerra, anche se gli ultimi sedici mesi di conflitto, dopo la fine dell’alleanza con la Germania nazista, non furono semplici per il nostro Paese a causa della feroce occupazione tedesca che si sarebbe conclusa solo con la Liberazione.

Il racconto dello sbarco degli alleati in Sicilia

A documentare lo sbarco degli alleati in Sicilia del 1943 e quanto accadde nei giorni successivi sono i filmati recentemente acquisiti dall’Archivio Luce e provenienti dal National Archives of Washington, che possono essere ancora visionati sul sito ufficiale.

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