L’8 luglio di ogni anno si celebra la Giornata del Mar Mediterraneo, un’occasione per valorizzare l’importanza di questa risorsa vitale e promuoverne la salvaguardia. Il Mar Mediterraneo, pur occupando solo l’1% della superficie degli oceani, è uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità al mondo. Con oltre 12.000 specie di animali, rappresenta tra il 4 e il 12% della fauna marina globale. In questi anni però è più a rischio che mai.
La Giornata del Mar Mediterraneo: cos’è
La Giornata del Mar Mediterraneo, istituita dalle Nazioni Unite, punta proprio a sensibilizzare l’opinione pubblica sui pericoli che minacciano il Mar Mediterraneo e a promuovere azioni concrete per la sua protezione. Tra i principali pericoli ci sono l’inquinamento delle acque reflue, i rifiuti, le microplastiche, la costruzione costiera, la diffusione di specie non indigene e i cambiamenti climatici. Per contrastare questi problemi, l’Italia ha firmato nel 2023 l’Accordo di Montreal, che prevede la conservazione del 30% delle aree terrestri, marine e costiere entro il 2030. Il lavoro però è ancora lungo.
Le specie a rischio del Mar Mediterraneo
La biodiversità marina del Mar Mediterraneo è in pericolo soprattutto a causa delle attività umane. Uno studio condotto dal dottor Leonardo Tunesi di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha evidenziato sottolinea che la diminuzione delle specie è un fenomeno allarmante. Cinque, in particolari, sono particolarmente a rischio:
- Foca monaca mediterranea, con meno di 700 esemplari, è più a rischio di estinzione del panda.
- Gran nacchera, questo grande mollusco bivalve è minacciato da parassiti specifici che causano una mortalità elevatissima.
- Patella ferruginea vive solo in alcune zone costiere italiane e rischia l’estinzione.
- Posidonia oceanica, questa pianta acquatica sempre più rara è essenziale per arginare l’erosione delle coste e fornire habitat a molte specie.
- Coralli bianchi profondi, minacciati dalla pesca sportiva e a strascico, svolgono un ruolo cruciale simile alla Posidonia.
Cosa fare per proteggere il Mar Mediterraneo
Spesso le persone, anche inconsapevolmente, compiono azioni che contribuiscono a danneggiare l’ambiente. C’è però sempre tempo per cambiare le proprie abitudini. Una protezione collettiva del Mar Mediterraneo, in tal senso, richiede azioni concrete. Ecco qualche esempio:
- Corretta gestione dei rifiuti, soprattutto col riciclo della plastica, che è la principale causa di inquinamento marino, ed evitando prodotti monouso. Anche in vacanza: raccogliere la spazzatura in spiaggia è essenziale per prevenire l’inquinamento. I mozziconi di sigaretta, ad esempio, sono tra i rifiuti più comuni sulle spiagge e contengono composti chimici dannosi per la fauna marina;
- Consumo sostenibile di pesce: mangiare pesce locale, povero e vario contribuisce a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi, in quanto la pesca intensiva distrugge gli ecosistemi marini;
- Usare borse riutilizzabili per la spesa: ridurre l’uso di sacchetti di plastica, optando per borse di tela, contribuisce a ridurre l’inquinamento;
- Partecipazione a eventi educativi che aiutano a diffondere la consapevolezza in merito a questi fenomeni e contribuiscono attivamente a cambiare la situazione.;
- Campi estivi eco-friendly: anche i bambini possono partecipare, ad esempio alle iniziative di Legambiente e Greenpeace che promuovono l’educazione ambientale.
Non c’è dunque tempo da perdere: il Mar Mediterraneo è una risorsa preziosa ma finita. La sua protezione è essenziale per la vita sulla Terra, poiché regola il clima, produce ossigeno e fornisce nutrimento a milioni di persone.