Il 10 gennaio di ogni anno potrebbe diventare presto la giornata nazionale anti-pizzo. La proposta del presidente della commissione Antimafia, all’Ars, Antonello Cracolici, è stata approvata all’unanimità dai componenti della commissione. Adesso il disegno di legge verrà inoltrato al Parlamento, che dovrà dare il via libera. La Sicilia dimostra così di continuare a combattere il sistema criminale delle estorsioni, coi fatti ma anche con la promozione della cultura della legalità oltre i confini regionali. La scelta della data non è casuale. Essa fa riferimento infatti alla pubblicazione sul Giornale di Sicilia della lettera “Caro estortore” di Libero Grassi.
La giornata nazionale anti-pizzo: perché il 10 gennaio
Una giornata dunque per ricordare Libero Grassi, imprenditore palermitano ucciso dalla mafia per essersi ribellato ai ricatti di Cosa Nostra, ma anche per dire ufficialmente “no”, ancora una volta”, al racket, in ogni sua forma. La lotta del titolare della Sigma biancheria, che denunciò le minacce ricevute dai mafiosi, dopo tanti anni dalla sua uccisione, continua.
“Volevo avvertire il nostro ignoto estorsore di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l’acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia”, così con coraggio Libero Grassi aveva denunciato sul Giornale di Sicilia del 10 gennaio 1991 le richieste di pizzo ricevute. “Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al Geometra Anzalone e diremo no a tutti quelli come lui”.

Il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, primo firmatario della proposta, si è detto soddisfatto dell’iniziativa, che potrà sia ricordare un uomo Libero di nome e di fatto, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica su un fenomeno che molti devono affrontare.
Chi era Libero Grassi
Nato a Catania nel 1924, Libero Grassi si trasferì a Palermo all’età di 8 anni. Cresciuto in una famiglia antifascista, decise di entrare in seminario nel 1942, così da evitare la chiamata alle armi da parte di un regime a cui si opponeva. Uscito dal seminario, continuò gli studi in Giurisprudenza all’Università di Palermo, decidendo in seguito di dedicarsi all’attività del padre. Al contempo però si dedicava alla politica attiva, sia con i Radicali e il Partito Repubblicano. A seguito di pressioni e ricatti nei confronti della sua azienda, decise di denunciare l’estorsione da parte della mafia siciliana. La lettera del 10 gennaio 1991 pubblicata sul Giornale di Sicilia intitolata Caro estortore divenne celebre. La sua battaglia anti-mafia andò avanti, salvo essere fermata esclusivamente con il suo assassinio, il 29 agosto del medesimo anno. Dopo la sua morte venne varato il decreto anti racket 172, con l’istituzione di un fondo di solidarietà per le vittime di estorsione.