Una nuova vita lontano dalla mafia oggi è possibile. Dopo un anno di attesa, l’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato la legge Liberi di Scegliere, che sosterrà i minorenni e le loro madri che vivono in contesti mafiosi a cambiare vita, allontanandosi sia fisicamente che culturalmente dalla criminalità organizzata. Uno sguardo al futuro delle nuove generazioni dunque che si inserisce nell’ambito di una battaglia iniziata decenni fa.
La legge “Liberi di Scegliere”: uno strumento in più contro la mafia
Approvata all’unanimità, la legge Liberi di Scegliere si pone l’obiettivo di aiutare i giovani che vivono in contesti di criminalità organizzata di stampo mafioso ad allontanarsi da tali logiche, che vincolano spesso i membri più giovani delle famiglie mafiose ad adottare a loro volta uno stile di vita di tipo criminale. La legge, ispirata dall’esperienza professionale del Presidente del tribunale per i minori di Catania, Roberto Di Bella, in passato al lavoro anche in Calabria, ha una visione ampia, che non si limita a sottrarre i minori alle loro famiglie.
Come si legge sul sito ufficiale dell’Associazione Libera, che si impegna da anni per la giustizia sociale, la legge Liberi di Scegliere, infatti, “offre un’opportunità anche a tutti quegli adulti, in particolare donne e madri, che si ritrovano in una situazione familiare e relazionale mafiosa contro la loro volontà o, dopo aver pagato il loro debito con la società, ritengono che quello mafioso non può più essere il contesto dove continuare a vivere e far crescere i propri figli”.
La legge Liberi di Scegliere si impegna a fornire un sostegno economico ai minorenni e alle loro madri, fornendogli così gli strumenti per cambiare vita. È proprio la mancata indipendenza economica, infatti, uno dei principali motivi che condanna moltissime donne e i loro figli a rimanere prigionieri di contesti familiari abusanti e malavitosi. In più, si creerà una rete di assistenza che passa dalle associazioni sul territorio, dai Tribunali per i minori e da équipe multidisciplinari presenti nelle ASP, con in prima linea psicologi e assistenti sociali. Infine, verranno finanziati anche centri di aggregazione culturale.
La risposta della politica siciliana al fenomeno
A pochi giorni di distanza dal trentatreesimo anniversario della strage di Capaci, nel ricordo dei giudici Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e degli agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, la Sicilia dunque dimostra di non essersi mai arresa e di continua a lottare quotidianamente contro la mafia.
“È un momento molto importante” ha dichiarato al Giornale di Sicilia Roberto Di Bella, Presidente del tribunale per i minori di Catania e promulgatore della legge Liberi di Scegliere. “In Sicilia si è creata la mafia e qui, adesso, si stanno producendo anche gli anticorpi”.
E proprio questa legge rappresentava un’urgenza anche per il presidente dell’ARS, Gaetano Galvagno, che aveva inserito Liberi di Scegliere fra le priorità del 2025, facendo stanziare al Parlamento siciliano due milioni, tra fondi regionali ed europei.