Santa Rosalia non è l’unica protettrice di Palermo. C’è un’altra entità, più antica ma meno conosciuta, che veglia sulla città e sui suoi abitanti. È il Genio di Palermo. Una figura simbolica che incarna l’anima del capoluogo siciliano. Le sue raffigurazioni sono innumerevoli, sparse per le vie. Esse raccontano l’intenso legame che ancora oggi intercorre tra la popolazione palermitana e quello che qualcuno definisce il suo “patrono” laico.
L’antica origine del Genio di Palermo e il significato di questa figura
Secondo una delle ipotesi più accreditate sulla storia del Genio di Palermo, la prima raffigurazione risalirebbe al periodo romano e sarebbe da attribuire a Scipione l’Africano. Il condottiero, infatti, avrebbe donato alla città di Palermo una statua ritraente questo personaggio per onorarla a seguito della sua alleanza nella guerra contro il cartaginese Annibale. La figura incarnerebbe, dunque, la città stessa, mentre il serpente simboleggerebbe Scipione e i suoi concittadini, come segno di protezione e simbiosi. Nonostante l’atteggiamento apparentemente minaccioso, infatti, il serpente non sta mordendo il Genio di Palermo, bensì sta allattando dal suo petto, in un gesto che ha il significato di una connessione vitale.
Un’altra ipotesi più mitologica collega invece il Genio di Palermo alla figura di Kronos, divinità del tempo, dell’agricoltura e della rigenerazione. Secondo questa interpretazione, questa figura simboleggia i continui mutamenti e la ricchezza culturale della città, da sempre crocevia di popoli e civiltà. Il Genio, dunque, non è solo custode del luogo ma anche espressione dei cicli di morte e rinascita che lo caratterizzano. Palermo, infatti, è una segnata da una profonda multiculturalità. Greci, romani, arabi, normanni, spagnoli e molti altri popoli hanno lasciato su di sessa la propria impronta. Ognuna di queste civiltà ha contribuito a costruire un’identità complessa e stratificata, arricchendo il patrimonio culturale, architettonico e umano del capoluogo siciliano.

Al di là della storia del Genio di Palermo e del suo significato, questa figura è indubbiamente più di qualcosa legato al mito e alla leggenda: è infatti il simbolo del genius loci, dello spirito del luogo, capace di raccontare l’identità profonda della città attraverso il tempo. Ancora oggi, continua a rappresentare la resilienza, la fertilità e l’unicità di Palermo.
Le statue del Genio di Palermo, da Villa Giulia a Piazza Rivoluzione
Rappresentazioni del Genio di Palermo possono essere avvistate in giro per tutta la città. Nonostante i diversi stili con cui le statue sono state realizzate, ognuna di esse lo raffigura come un anziano con una lunga barba biforcuta, vestito con abiti regali e con una corona sul capo. Seduto sul suo trono, è sempre circondato da tre animali, ognuno con il proprio significato allegorico: un’aquila, simbolo della città di Palermo, un serpente, avvolto attorno al Genio e simbolo di protezione e rinascita, e un cane che, posto ai suoi piedi, incarna la fedeltà. Questi elementi compongono un’immagine complessa e ricca di riferimenti storici, culturali e spirituali, anche se non sono sempre presenti in contemporanea.

Ecco alcune delle più famose rappresentazioni del Genio di Palermo:
- Genio di Palermo di Palazzo Pretorio, sede di rappresentanza del Comune di Palermo: risale al 1400 e mostra questa figura nel suo aspetto tradizionale e avvolto solo da un lungo serpente che gli morde il petto, non ci sono il cane e l’aquila.
- Genio di Palermo di Piazza Rivoluzione, a pochi passi dal Teatro Santa Cecilia: risale al 1500 e anche in questo caso l’unico animale che appare è il serpente.
- Genio di Palermo di Villa Giulia, è tra le rappresentazioni più complete e fedeli presenti in città: oltre al serpente, ci sono anche il cane e l’aquila.
- Genio di Palermo dell’Orto Botanico, si tratta della raffigurazione più moderna, realizzata nel 2019 dall’artista Domenico Pellegrino: rappresentato con la sua tradizionale barba biforcuta, il Genio è avvolto da un grosso pitone colorato mentre un cagnolino lo osserva dal pavimento.