Analizzare il rapporto tra il pittore milanese Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, e gli artisti siciliani del 1600 attraverso un percorso che propone una lunga serie di celebri opere italiane e straniere. È questo l’intento della rassegna “La Sicilia di Caravggio”, che verrà inaugurata alle 11 di sabato 30 marzo e terminerà il 3 novembre nei locali del Convitto delle Arti Noto Museum, in provincia di Siracusa.
Caravaggio in Sicilia, la permanenza e l’irripetibile mostra di 40 anni fa
Una delle pagine più affascinanti della storia dell’arte è rappresentata proprio dalle opere che segnano il profondo legame tra Caravaggio e la Sicilia. Curata dallo storico dell’arte Pierluigi Carofano in collaborazione con Nicosetta Roio, la rassegna netina è prodotta da Mediatica e promossa dal Comune di Noto col patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Assessorato regionale dei Beni culturali.
L’iniziativa raccoglie idealmente il testimone, 40 anni dopo, lasciato su questo appassionante tema dall’ultima grande mostra “Caravaggio in Sicilia, il suo tempo, il suo influsso” allestita a Siracusa nel 1984. Una rassegna, quest’ultima, per certi aspetti irripetibile a causa dell’inamovibilità della maggior parte dei i capolavori dell’artista. Fu proprio da quel periodo, tuttavia, che presero vita gli studi sugli artisti influenzati dall’arte di Caravaggio durante la sua permanenza sull’isola.
E anche se dall’84 ad oggi è mancato un vero momento di sintesi su un fenomeno che per gli artisti siciliani fu un vero e proprio “terremoto” dal punto di vista dell’immaginario figurativo, la nuova rassegna vuol tracciare un percorso, una sorta di viatico, per leggere un fenomeno che durò circa un cinquantennio, dal momento della presenza a Palermo, dal 1600 circa, fino alla produzione naturalistica di Pietro Novelli ed in chiave barocca di Matthias Stomer, intorno alla metà del secolo.
Le sezioni e le opere principali di “La Sicilia di Caravaggio”
La mostra propone circa 30 opere suddivise in 3 distinte sezioni. La prima è quella dedicata agli artisti della Sicilia e del Viceregno spagnolo che conobbero Caravaggio e vengono considerati “caravaggisti di prima e seconda generazione” (Giovanni Bernardo Azzolino, Mario Minniti, Alonzo Rodriguez, Fabrizio Santafede, Carlo Sellitto, Battistello Caracciolo, Hendrick de Somer e Jusepe de Ribera). In quest’area spicca la presenza di un capolavoro come il Martirio di san Bartolomeo di Ribera, proveniente dal Museo diocesano di Nicosia e la Santa Lucia di Sellitto del Museo regionale di Messina.
La seconda sezione è rivolta al passaggio ad un naturalismo in chiave barocca (in quest’area espositiva rientrano Pietro Novelli, Andrea Vaccaro, Daniel Seghers e Matthias Stomer). Qui spiccano due capolavori del pittore olandese Stomer come la Lapidazione di santo Stefano (Palermo, Palazzo Branciforti) e la Morte di Catone del Museo di Castell’Ursino a Catania.
La terza ed ultima sezione è dedicata a Caravaggio in prima persona e affronta la questione della sua presenza in Sicilia tramite la rara copia della Natività di Palermo, dipinta da Paolo Geraci, e il San Giovannino alla fonte proveniente dal National Museum of Art di La Valletta, attribuito al pittore.
!["La Sicilia di Caravaggio", una mostra per scoprire il rapporto tra il pittore e l'isola 1 Caravaggio Nativity1600 - Be Sicily Mag](https://www.besicilymag.it/wp-content/uploads/2024/03/Caravaggio-Nativity1600-777x1024.jpg)
Musei, gallerie e fondazioni da cui provengono le oltre 30 opere
La mostra è stata realizzata in collaborazione co una serie di musei, gallerie e fondazioni (non solo italiane) da cui provengono le opere: si tratta del National Museum of Art di La Valletta, il Cathedral Museum di Mdina, la Galleria Regionale Abatellis, il Museo Regionale Interdisciplinare di Messina, la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo, a Siracusa, il Museo Regionale Agostino Pepoli di Trapani, io Museo Civico Castello Ursino di Catania, il Museo Diocesano di Arte Sacra di Nicosia, il Museo Civico di Agrigento, Sicily Art and culture, la Fondazione De Chiara De Maio, il Seminario Arcivescovile di Palermo ed il Comune di Enna.