È stata consegnata sabato 4 maggio 2024 la cittadinanza onoraria a Maria, bambina figlia di migranti nata a Lampedusa a seguito di uno sbarco nella notte del 31 luglio 2021. L’isola, tristemente nota per le tragedie che spesso si consumano sulle sue coste, adesso si ritrova a festeggiare un evento straordinario. La piccola infatti è la prima nata sull’isola dal lontano 1970. La sua storia, intricata di coraggio e determinazione, rappresenta un faro di speranza in un mare di sfide e difficoltà.
Maria cittadina onoraria di Lampedusa, un segno di speranza e rinascita
Maria, figlia di Rita, una coraggiosa migrante proveniente dalla Costa d’Avorio, e di Marc, rimasto nel Paese di origine, è nata sotto le stelle di Lampedusa. L’inizio del travaglio sulla banchina del molo, poi il sostegno dei medici italiani. Il destino ha voluto che la sua venuta al mondo coincidesse con un record: è il primo nato sull’isola in oltre mezzo secolo. È per questo motivo che il sindaco Filippo Mannino ha deciso di assegnarle la cittadinanza onoraria, descrivendola come “un’icona di forza e determinazione”, che incarna la lotta di chi cerca un futuro migliore nonostante le difficoltà. La decisione del Consiglio comunale sottolinea inoltre il “valore universale dei diritti umani e l’importanza di proteggere e nutrire la speranza di un mondo migliore”.
“La nascita di Maria è un evento che ci ha rallegrato il cuore, perché purtroppo molte delle persone che vengono qui per cercare una vita e un futuro migliore, muoiono durante la traversata”, ha affermato il primo cittadino nel corso della cerimonia. La bambina adesso vive a Cassaro, in provincia di Siracusa, insieme ai genitori, che sono riusciti a ricongiungersi. Insieme sono tornati a Lampedusa per questo emozionante riconoscimento.
L’assenza di strutture sanitarie a Lampedusa
Se da un lato dunque Maria a Lampedusa è un simbolo di speranza e rinascita, dall’altro lato è anche una fonte di riflessione. Non solo per quel che riguarda le questioni relative ai migranti. Il motivo per cui nell’isola non nascono più bambini infatti è che non ci sono strutture sanitarie adeguate. È presente infatti solo un piccolo poliambulatorio. Le donne incinte, per cui, sono costrette a spostarsi in vista del parto nelle città più vicine come Palermo e Agrigento, con le difficoltà che ne derivano.